Siete in un film con Mickey Rourke e Robert De Niro.
Il film si chiama Angel Heart ed è un thriller di Alan Parker in
cui De Niro fa Lucifero e Rourke il detective privato perseguitato dalla
jella a parte quando gli capita di congiungersi biblicamente con l’ex
moglie di Lenny Kravitz dopo averla vista ballare il voodoo in una
torrida notte di spiriti e galline sgozzate a New Orleans. Oppure siete
sempre nel profondo sud degli States, in un romanzo di Jay McInerney dal
titolo L’ Ultimo dei Savage e la musica e la cultura nera degli
anni ’60 sono il vostro pane quotidiano, le uniche armi a disposizione
per asciugare la pioggia dell’inverno e scrollarsi di dosso la
stanchezza delle solite cose. Terza possibilità: siete QUI ed ORA e
avete messo nel lettore il secondo cd di Macy Gray, piccola funky woman
dell’Ohio. Macy vi prende per mano, vi ordina di versarvi un Jack D
liscio, di spegnere la luce e lasciarvi andare ad un emozionante viaggio
verso le radici della musica nera. Indietro e a ritroso nel tempo, dal
salotto di casa ad Harlem al Mississippi, in odore di seducente voodoo
elettrico contro il logorio della vita moderna.
Che The ID fosse un disco del 2001 destinato a
diventare un classico l’avevamo già intuito dal singolo Sweet Baby
inciso in coppia con Erykah Badu. La più bella canzone d’amore
dell’anno: suoni e parole al posto giusto, ritornello che si inchioda
in testa ("I’m your lady / always baby / and I love you
now and ever") e da solo proietta Macy Gray nel meraviglioso
Olimpo abitato da regine quali Billie Holiday, Aretha Franklin, Tina
Turner . Un passo oltre i sei milioni di copie vendute, il triplo
platino ed il Grammy di On How Life Is, a partire da Relating
to a Psychopath, rhythm’n’blues psichedelico che ruota
intorno ad un ritmo da vecchio vinile targato Stax e anticipa il mood
vellutato di Boo. Quattordici proiettili prodotti da Darryl Swann
& Macy Gray, mixati da Dave Way, supervisionati da Rick Rubin (un
uomo, un marchio di qualità). Il genere di team (con relativi ospiti)
che, ai tempi, solo il generale Bobby Robinson avrebbe potuto mettere
insieme.
The ID (niente altro che l’ES del
vecchio Freud) suona come una sfrenata session tra Prince, George
Clinton, Sly & The Family Stone e le Supremes di una volta.
E, ci crediate o meno, c’è persino un pizzico di Beatles e Rolling
Stones in jam con Jimi Hendrix tra queste tracce. Sarà la
presenza di John ‘Peperoncino’ Frusciante alla chitarra, sarà la
voce di Angie Stone in My Nutmeg Phantasy, difficile dirlo. Ritmo
e sensualità viscerale: il genere di miracolo che accade quando l’artista
si chiude in studio di registrazione in stato di grazia e se ne sbatte
altamente dei contratti discografici lasciando che sia l’istinto a
prevalere. Una o due volte al massimo nel corso di una carriera,
difficile chiedere di più. Natalie Renée McIntyre, in arte Macy Gray
è giovane (31 anni) ma ha dalla sua un paio di qualità indispensabili
per sopravvivere nello show-biz: umiltà e determinazione. Sostiene di
non aver trovato ancora una collocazione precisa nell’industria
discografica e di aver pensato fin dall’inizio ad un lavoro
mastodontico, volutamente old-fashioned. Le crediamo. È lei la vera
diva black del momento, per le sue scelte controcorrente, per i vestiti
coloratissimi che indossa, per quella voce da lunghi brividi sulla
schiena in Sexual Revolution e per questo capolavoro soul/errebì
proiettato da qui all’eternità.
(Dr. Gris)
www.macygray.com