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MUM : finally we are no one (fatcat records)

 

Múm: Finally we are no oneIl secondo disco degli islandesi Múm ha un effetto devastante sulla scena elettronica moderna.

Ridimensionando in modo drastico la maggior parte dei gruppi tedeschi (To Rococo Rot e Schneider Tm scompaiono al confronto) ci mostra quanto delle invenzioni di maestri come Kraftwerk e Neu! ci sia ancora da scoprire.

Incantevoli tappeti elettronici che sembrano sprofondare da un momento all’altro nel silenzio.

Beat sussurrati e armonie zuccherose che gli Autreche non riuscirebbero a scrivere nemmeno dopo una giornata passata a giocare con un panda. E poi farfisa, tastierine , archi ,che si cercano come per incanto da cui scaturiscono immobili melodie.

Un esempio è la canzone We have the map of the plane dove da un semplice giro di basso e sbuffi elettrici la canzone cresce e progredisce con l’aiuto di numerosi strumenti poco convenzionali fino ad una sorta di esplosione corale.

Questo concetto di progressione attraverso l’armonia è emblematico nella strumentale K/Half noise più di 8 minuti di calda elettronica che trasportano l’ascoltatore in una dimensione dove l’uomo e la macchina si fondono amorevolmente.

MUMIn canzoni come Green grass of tunnel (singolo apripista) o The land between the solar system è una voce tenue e delicata a contribuire alla creazione di atmosfere sognanti e filmiche alla maniera degli ultimi Boards of Canada o i Tortoise più liquidi.

Difficile parlare di minimalismo perché ogni canzone,seppur in modo molto naturale e per nulla forzato, si impone e prende vita propria.

In Islanda, quindi non c’è solo la noiosissima Bjork (da anni propone sempre la stessa canzone) e non ci sono solo i sopravvalutati Sigur Ros (tronfio e lezioso il loro secondo lavoro).

I Múm spaccano, ma lo fanno delicatamente.

(J.L.)