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NICK CAVE AND THE BAD SEEDS: Nocturama (Mute) |
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È avvolto da una seducente ambiguità il dodicesimo album di Nick Cave e i suoi fedeli Bad Seeds. C’è tutto il fascino di un uomo senza tempo che reclama l’eternità per aver combattuto e vinto la dannazione terrena. Alle malate storie blues, di morte e peccato e alla violenza tribale del sesso che ne hanno caratterizzato la carriera, Cave ha contrapposto negli ultimi anni una scrittura sempre meno personale e sofferta divenendo un classico, un genere, l’emblema della redenzione. Una splendida moglie e due angelici gemelli hanno soffocato in pochi anni la sua esangue musa conducendolo nei labirinti della normalità . Ma rispetto ai meno riusciti Let love in o Boatman’s’ call, Nocturama riflette una folle nostalgia per gli aspetti viscerali del rock ed una cosciente perdizione nel più colto cantautorato. Non è un caso che la prima canzone, Wonderful life sia un’elegia ancestrale debitrice, ancora una volta, del maestro Leonard Cohen mentre quella che chiude il disco Baby, I’m on fire sia una selvaggia cavalcata di oltre quindici minuti di doorsiana memoria. E si trova, in Nocturama, lo spazio per una hit, Bring it on, trascinante, pop, rock e decadente quanto basta per conquistare al primo ascolto, cantata in duetto con Chris Bailey, leader dei gloriosi australiani Saints, una voce modellata negli anni dall’abuso di alcool e droghe. In canzoni come He wants you o Right out of your head è il pianoforte a svolgere il ruolo di tessitore di atmosfere drammatiche mentre la voce di Cave si fa più gentile in un’apoteosi del new romantic alla Brian Ferry . Dead man in my bed è invece un voodoobilly isterico e spettrale, un’orgia di psichedelia e blues che permette ai Bad Seeds di sfoderare tutta la loro potenza. È proprio questo il merito principale di Nick Cave, l’aver lasciato ampio spazio ai Bad Seeds, poco presenti o marginali nelle ultime uscite, ritrovando in loro un’energia che si rivela determinante. Scritto durante il tour in Australia e registrato in pochi giorni per ottenere un effetto di immediatezza e spontaneità, Nocturama si avvale dell’esperto produttore Nick Launay (P.I.L.,Talking Heads, Gang of Four), tutore simbolico di quel sound anni ottanta da cui Cave continua ad attingere a piene mani. Un disco che merita rispetto. Jo Laudato |
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