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NINE INCH NAILS: LIVE AND ALL THAT COULD HAVE BEEN (Nothing/Universal)

 

NINE INCH NAILS: LIVE AND ALL THAT COULD HAVE BEENDevo scrivere questo pezzo sul nuovo album dei Nine Inch Nails. È dal vivo (il primo ufficiale della loro carriera) e, secondo la pubblicità apparsa sulle maggiori riviste musicali del mondo civilizzato, dovrebbe essere disponibile nelle seguenti versioni: a) normale con 16 brani; b) deluxe limitata (in aggiunta il bonus disc Still e una traccia video); c) DVD; d) VHS. Dovrebbe, proprio così. Il condizionale è d’obbligo dal momento che, mentre mi accingo a buttare giù le righe che state leggendo, il disco in questione ha sistematicamente ‘saltato’ tutte le date di uscita annunciate in precedenza (novembre, dicembre, poi gennaio) giungendo nei negozi ai primi di febbraio 2002 nella sola versione normale. Un po’ poco, dal momento che dei NIN è ancora facilmente reperibile un superbo bootleg registrato a Woodstock nel 1994: qualità eccellente, scaletta impeccabile, prezzo vero affare (e poi contiene una toccante versione di Something I Can Never Have). Dal souvenir del Fragility Tour, votato Best Tour 2000 dal Rolling Stone Magazine, ci si aspettava sinceramente di più. Vero è che Trent Reznor, unico titolare del marchio dal lontano 1988 può dire e fare quello che vuole dopo averci consegnato un pugno di dischi destinati a conoscere l’eternità dorata delle opere d’arte: Pretty Hate Machine (1989); Broken e Fixed (entrambi del 1992); The Downward Spiral (1994, seguito pochi mesi più tardi dalla versione remix Further Down The Spiral), infine il doppio The Fragile (1999) pubblicato dopo un’attesa che sembrava non dovesse finire mai. All’epoca, Reznor si era ritrovato ad affrontare una cronica depressione interrotta a tratti dalle collaborazioni cinematografiche con Oliver Stone (Natural Born Killers) e David Lynch (Lost Highway), dalla sonorizzazione del videogame Quake, dal lancio in grande stile dell’ultima icona antiamericana Marilyn Manson.

Trent Reznor

Strana creatura, i Nine Inch Nails: quasi one man band in studio, muscoloso ensemble in tour. Reznor è il solitario nato a Mercer, città rurale della Pennsylvania: ha studiato pianoforte dall’età di cinque anni e informatica all’Allegheny College diventando in breve tempo un esperto di tecnologie applicate alla produzione musicale. Ha registrato The Downward Spiral al 10050 di Cielo Drive, Beverly Hills, villa nella quale gli adepti della setta di Charles Manson trucidarono nel 1969 l’attrice Sharon Tate e The Fragile a New Orleans, all’interno di una casa-studio ricavata da un ex impresa di pompe funebri. Un originale. Un’anima sensibile e poco glamour cresciuta ascoltando musica classica, Throbbing Gristle, Coil, Foetus e Depeche Mode. Alex Proyas fece carte false per ritagliargli un’apparizione in The Crow ottenendo soltanto un contributo alla soundtrack con la cover di Dead Souls dei Joy Division.

Live: And All That Could Have Been, il capitolo più recente della storia, deluderà anzitutto quanti non riusciranno a procurarsi l’edizione completa e limitata dell’album per l’assenza dell’inedito registrato in studio che intitola la raccolta. Brano lungo e notturno, a tratti rarefatto come la maggior parte dei brani di The Fragile, sicuramente lontano dal furore elettropunk degli esordi. Si può vivere senza? Posso solo dirvi questo: ho fatto venire l’esaurimento nervoso al mio pusher abituale di dischi ("Arrangiati", mi ha detto. "Trova una carta di credito taroccata e ordina Still dal sito della band ma smettila di rompermi i c******i"), la mia ragazza mi ha vuotato addosso un intero caricatore della 38 Special che le ho regalato a Natale, mia madre (hacker storica da quando i boyz dell’Inner Circle portavano ancora i calzoni corti) è riuscita a rimediarmi in MP3 tutta la gioielleria che stavo cercando. Yeah, Good...ma non è la stessa cosa! Il vostro affezionato J.R.D. È un feticista puro: tutto o niente, inclusa la biancheria! Sto recensendo la versione deluxe del nuovo cd dei NIN senza averla. Non ho neppure il DVD (doppio in America). Colpa dei distributori italiani, dicono. Colpa del governo! La botta di adrenalina comincia con Terrible Lie e prosegue con Sin, March of the Pigs, Piggy, The Frail, eccetera, ma trova i suoi maggiori punti di forza soprattutto nel bonus disc. Per una volta (e contrariamente a quanto ascoltato nell’antologia definitiva degli Smashing Pumpkins) niente materiale di seconda scelta. I NIN rimasticano se stessi e risputano i pezzi migliori della ditta ricordandoci quanta distanza li separi dal già sentito.

Sito ufficiale:www.nin.com                                                                                  J.R.D.