|
|
AA. VV. : !K7 150 (!K7) |
|
Se alla Warp si riconosce a ragione un volto radicale (Autechre, Beans, Aphex Twin, finché ha avuto voglia di incidere per loro), la K7 è in larga misura sinonimo di classe in materia di pop elettronico. Invidiata. Originale per le aperture stilistiche. Imitatissima. Per molti, la numero uno in pista, un serbatoio inesauribile di jazzy downbeat, drum'n'bass, trip-hop, deep house e quant’altro. Breve lezione di
storia: a metà degli anni Ottanta, Kaiserdamm 7, West Berlin era l’indirizzo
di riferimento dello STUD!O K7 di Horst Weidenmueller,
specializzato in produzioni di videoclips e in pioneristici esperimenti
multimediali che legavano per la prima volta la dance music alla computer
animation. Caduto il Muro, Weidenmueller sposta gli uffici nella zona Est
della città e con essi, l’attenzione verso una nuova
Pochi scivoloni
nell’ovvio/scontato/trash (giusto Jay Jay Johanson e la tamarroide Vortex
di Ghost Cauldron) non intaccano il valore complessivo dell’operazione
(J.R.D.) sul web: www.k7.com |
|
|