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AA.VV.: Operette/Tape opera remix

(CubicFabric)

 

La musica degli svedesi Tape, giunti con Milieu al secondo lavoro nel 2003, è un ottimo veicolo per mescolarsi con la materia e scoprire, ancora una volta, ed a livello più conscio, le rivelazioni impercettibili della natura, più che mai viva nel suo continuo divenire sebbene lacerata da scosse di modernità.

La CubicFabric, piccola e giovane label giapponese, presenta con orgoglio Operette/Tape opera remix tentativo di restyling del loro primo album Opera, tra l’altro ormai introvabile, da parte di artisti dell’area electro jazz di tutto il mondo.

I Tape ( www.hapna.com/tape ), formati da Andreas e Johna Berthling con l’aiuto di Thomas Hallonsten hanno incantato la critica di mezzo mondo con uno strano ibrido di Avant folk , Jazz improvvisato e Kraut rock accostabile a dei Gastr del Sol più accessibili e meno pretenziosi o all’austriaco Fennesz nel suo inarrivabile Endless summer.

Musica che cresce ascolto dopo ascolto muovendosi verso differenti direzioni e che come dimostra questa sperimentale operazione lascia porte aperte all’interpretazione. David Grubbs, nella traccia d’apertura, si confonde tra la musica classica barocca e un vago accenno alle grandi orchestre anni '50 .

Gli Hazard scelgono Noises from hill prediligendo l’uso di laptop e cristallini riverberi digitali mentre il veterano Andreas Tilliander, sotto la sigla Rechord (divertitevi a mixare musica e immagini sul suo sito www.rechord.com/cubop ) calca la mano con i suoi ormai noti clicks ’n’ cluts con cui si era fatto conoscere quando si faceva chiamare Mokira.

Oren Ambarchi , chitarrista e percussionista di Sydney capace di inventarsi nel tempo libero una serie televisiva di successo dal titolo The Subsonics è forse l’artista che meno si allontana dall’idea originaria accentuando tuttavia il lato nostalgico di Summa.

Ma il piatto ricco mi ci ficco è sicuramente la presenza dei Minamo, quartetto elettroacustico da Tokyo cha da circa quattro anni delizia gli appassionati del genere con composizioni di rara finezza. Anche in questa occasione non deludono: Perse è sospensione, straniamento, raffigurazione dell’assoluto.

Musica da utilizzare come colonna sonora con la vostra collezione di film muti anni '20, da ascoltare mentre tagliate il prato di casa o mentre aspettate lo shuttle per Galaxia.

Jo Laudato