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cLOUDDEAD: Ten (Mush Records) |
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Non
credo che l'analisi mi possa aiutare. Mi ci vorrebbe una lobotomia
Odio
(amo) i cLOUDDEAD perché a luglio mi costringono ad ammettere che Ten
sarà in cima alla mie preferenze al termine dell’anno di (dis)grazia 2004.
Odio (amo) i cLOUDDEAD perché lo scherzetto me l’hanno già tirato, nel 2001, con il loro eponimo debut album, epocale quanto il contemporaneo Amnesiac dei Radiohead. Odio (amo) i cLOUDDEAD perché hanno battezzato l’hip hop del Terzo Millennio, anzi no, l’hanno prima annullato, rivoltato, vomitato e poi buttato fuori, tant’è che la domanda è: ha ancora senso parlare di hip hop (sia esso avant, post, o come diavolo vogliamo definirlo?). Odio (amo) i cLOUDDEAD perché adesso mi ammazzo dal ridere. Quando per sbaglio capito su uno dei nostri lungimiranti network nazionali (quelli compiacenti verso le majors, quelli che passano a ciclo continuo le canzonette, a mo’ di spot, indipendentemente da qualsiasi giudizio estetico) e ascolto un brano proveniente dalla deriva gangsta rap. Odio (amo) i cLOUDDEAD perché poco prima dell’uscita del loro nuovo Ten hanno annunciato al mondo il loro scioglimento: Odd Nosdam da una parte, Why? dall’altra e Dose One con la testa su Marte. “Why?: L’elemento psichedelico probabilmente emerge a causa dell’eccessivo uso di acidi da parte di Doseone. Ogni volta che cercavamo di mettere in evidenza questo aspetto, lui diceva che non era un problema” (Blow Up n. 70) Odio (amo) i cLOUDDEAD perché le esternazioni microfoniche di Doseone, con la sua voce da Duffy Duck e di Why? ti mettono i brividi ogni volta che le ascolti. Odio (amo) i cLOUDDEAD perché Ten è un viaggio dentro ossessioni, manie e follie della loro Oakland. Odio (amo) Eraldo Baldini, perché Oakland diventa un paesino emiliano nel quale si sviluppa la sconvolgente, cupa storia raccontata nello splendido Nebbia e Cenere. Da leggere rigorosamente ascoltando i nostri. Odio (amo) David Lynch e Angelo Badalamenti, perché loro, nelle teste dei cLOUDDEAD ci sono passati e ci stanno ancora. Magari il prossimo film dell’Uomo di Missoula lo facciamo commentare musicalmente al maestro Badale e ai tre californiani? Bob Sinisi |
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