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AUTECHRE: Draft 7.30 (Warp) |
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Freddo e crudele sono i primi due aggettivi che vengono in mente. Una compatta aggressività dai molti contrasti bianco e nero mitragliata con il gusto per l’improvviso sbilanciamento dinamico della composizione caratterizza Draft 7.30 come un ritorno al rigore dei primi passi arricchito dall’esperienza accumulata a partire dall’E.p. Envane. La durezza geometrica, artificiale dei toni in Xylin room si accorda alla varietà focale di IV VV IV VV VIII, alle linee abissali di 6 IE.CR in un equilibrio che permette agli Autechre di non cadere mai nello stereotipo, nella patinata impasse in cui li vorrebbero molti detrattori (discorso che vale anche per Aphex Twin, alla luce del recente 26 mixes for cash).
Se è ancora Dance Intelligente, come
volle etichettarla affrettatamente qualcuno agli inizi, dobbiamo accettarne
lo stato di corruzione con lo stesso alfabeto alieno che informa l’hip-hop
trasversale di Beans, virus questo che lascia spazio alle virtù intrinseche
di materiali nuovi senza feticismo alcuno. Theme of sudden roundabout
è illuminata da una carica espressiva di funk disumanizzante. La successiva
VL AL 5 salda segmenti acustici ed elettronici in un porno-noir alla
Tsukamoto pieno di lap-dancers mutanti dagli occhi a mandorla. Grumi fonici,
accumulazione parossistica di detriti sonori per scandire la pulsazione di
un gesto, per organizzare un ritmo: P.:NTL ha un nucleo ‘black’ e non
è difficile arrivarci pur nuotando in un groviglio di suono bianco che tutto
sembra soffocare.
Per presentare alla stampa Draft 7.30, opera che tocca nervi estremamente sensibili volendo manifestatamente parlare di (new) body and soul uscito dai tunnel metropolitani, gli Autechre hanno incaricato la Warp di distribuire ai pennivendoli delle audiocassette al posto dei più ‘moderni’ compact disc. Un bel modo di porre la domanda: “Che cosa è realmente obsoleto nel XXI secolo?”
(J.R.D.) sul web: www.autechre.nu |
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