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AA.VV: Miami sound (Soul Jazz) |
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Questa è Miami, vero? Se mi dite che è il Tufello fa niente, non starò certo lì a mettere il muso per una sfumatura da poco. Ho in programma una seratina coi fiocchi. Roba da tuoni e saette in congiunzione biblico-astrale, se mi capite. E mi sono fatto pure la doccia, perciò penso proprio che questa sia Miami e del resto il suono è quello: Rare funk & soul from Miami, Florida 1967-1974, recita il sottotitolo. Diciassette pezzi da notte torrida & zoologica senza respiro nella nuova, stupefacente antologia compilata dal professor Stuart Baker per la cattedra di filologia dell’etichetta inglese Soul Jazz (7 Broadwick Street, Soho, se passate da Londra). Ragazzi se è stupenda! Il ‘come eravamo’ della TK Records di Henry Stone e della Tone Distribution. Negli anni Cinquanta, raccontano le esaurienti note di copertina (20 pagine di booklet!), Stone, nato nel 1921, cominciò la sua attività di produttore e discografico pubblicando con la Rockin Records, sua prima etichetta, dischi di John Lee Hooker, Wilbert Harrison e di un allora sconosciuto pianista cieco di nome Ray Charles. Un decennio più tardi, con un bagaglio di esperienze che toccano il top degli artisti R’n’B legati al circuito Chess, Stone comincia a reclutare fior di talenti (musicisti, produttori, autori di canzoni) per costituire un team inossidabile di hit makers. Gente piena d’idee fino alla cima dei capelli come Steve Alaimo, Brad Shapiro o come Willie Clarke (sua la soul ballad allo squaglio A woman will do wrong eseguita da Helene Smith). E ci riesce, accidenti. Dalla Florida con amore: dagli anni Settanta la TK Records (supportata dalle sue labels satellite) tiene banco con artisti del calibro di George McRae (presente qui con I get lifted), Timmy Thomas, All The People, James Knight and The Butlers (prestate orecchio a Fantasy world e non avrete difficoltà a scoprire i maestri dei Black Crowes), Frank Williams and The Rocketeers, Joey Gilmore (saggiamente: Do it to me one more time).Funky & soul, fino a sconfinare nei primi passi disco. L’album è una conferma di come la Soul Jazz miri puntualmente ad offrire la musica più bella del mondo recuperando tesori musicali del passato (per scorrere il nutrito catalogo, fate un salto su www.souljazzrecords.co.uk). Unica, per la cura maniacale nel confezionare antologie da sturbo come Miami sound o Saturday night fish fry e, ancora, Studio One Dj’s. Ok, questa è Miami e io sono nero fino al midollo e la mia seratina è assicurata.
(J.R.D.) |
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