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THE CHEMICAL BROTHERS: Singles 93-03 (Virgin) |
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C’è ironia in The Golden path, uno dei due gioiellini inediti (l’altro è il nerissimo Get yourself high) che arricchiscono la più volte annunciata antologia dei Chemicals. Ospiti d’onore, gli americani Flaming Lips, a confermare che la notizia che circolava tempo fa non era una balla: proprio loro, benedetti ragazzi fusi di testa! Al microfono, Wayne Coyle si diverte un mondo a rifare i Pet Shop Boys che rifanno gli U2 di Where the streets have no name con un testo (demenziale) completamente nuovo e una base pop tranquilla, quasi anni ’80. Bislacco, c’era da aspettarselo. Il primo ascolto è addirittura spiazzante: roba da battezzare l’idillio The Chemical Lips oppure The Flaming Brothers, fate un po’ voi. Potrebbe addirittura riattizzare il fuoco dei critici che hanno fatto a pezzi Come with us, far venire l’ulcera a Bono Vox, oppure restituire il sorriso alla signorina buonasera Alessandra Canale, per quel che ne posso sapere. "I was confused..."
È trascorso molto tempo dalle notti al club Naked Under Leather, quando il duo usava la sigla Dust Brothers, a questa prima raccolta di singoli che parte da Song to the siren, incisa in camera da letto con tastiera, computer e campionatore su un impianto hi-fi Hitachi. Edmund John Simons e Thomas Owen Mostyn Rowlands, amici per la pelle dai giorni dell’università (il luogo è Manchester), ci misero dentro un paio di eroi personali (Meat Beat Manifesto e This Mortal Coil) e il brano, pubblicato in origine dalla deConstruction Records, finirà due anni più tardi sul primo album ufficiale Exit planet dust (1995). Magari sbaglio, ma fu più o meno allora che qualcuno se ne uscì fuori parlando di Musica Dance Intelligente. Il dj-ismo spiegato alle masse. La house che copula col vecchio rock (della serie: ‘Mi Tira Ancora E Ti Faccio Vedere Quanto’), stuzzicata dalle innovazioni di bands come Stone Roses, Happy Mondays e Primal Scream. Finalmente una chance di rimorchiare la sbarba che sculetta in pista anche per gli Over 30 (e che cacchio!).
"I was confused..."
Nuova musica in discoteca. Colate di funk, battiti hip-hop, elettronica acida-psichedelica e quei video allucinanti di Michel Gondry, Wiz, Dom e Nick, ora riuniti (insieme a molto materiale live) in un Dvd che ha lo stesso titolo di questo disco. Traghettati nel nuovo millennio da una fortunata serie di collaborazioni che include Bernard Sumner, Noel Gallagher, Beth Orton, i Mercury Rev, Richard Ashcroft, i due fratelli chimici, reduci dall’ultimo Glastonbury Festival e pronti a sfornare un altro disco nel 2004, raccolgono il meglio di una produzione decennale facendosi aiutare dai fans che sul sito www.thechemicalbrothers.com hanno scelto gli undici brani del bonus disc incluso nella prima tiratura. Rifarsi le orecchie è d’obbligo: Setting sun e Block rockin’ beats, l’immensa The Private psychedelic reel, Let forever be (potrei ascoltare all’infinito i versi "How does it feel like, to wake up in the sun. How does it feel like, to shine on everyone. How does it feel like, to let fovever be") e Out of control, poi (disc number 2) una manciata di chicche tirate fuori dai cassetti (The Duke; Otter rock...ohibò, una live version di The Bank...la sanno lunga, questi fans!).
(J.R.D.) |
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