Dopo Scary world theory avevo giurato a me stesso che mi sarei tenuto alla larga dai Lali Puna.

Il fatto che i Radiohead esaltassero la band bavarese in molte interviste mi metteva però a disagio, costringendomi a successivi ascolti che si concludevano con lo stesso risultato: un "pastiche" di citazioni furbe, una copia sbiadita dei Notwist (con cui condividono due musicisti) in definitiva carini quanto superflui.

Infastidito dal successo del loro tour europeo me ne sono distaccato con freddezza fino all’uscita di questo Faking the books uscito ancora una volta per la Morr e distribuito in Italia dalla Wide.

La formula è sempre la stessa: minimimalismo elettronico, bleeps che punzecchiano ordinatamente sorretti da tastiere vintage e la voce di Valerie Trebeljhar poco più che sussurrata che ingentilisce il tutto per evidenziare lo spirito pop del gruppo. L’omaggio (a detta loro!) ai Sonic Youth iniziato con l’e.p. Left handed continua in questo Faking books con la sola eccezione delle chitarre meno protagoniste e di una ossessione per il ritornello che dovrebbe aumentare le possibilità di successo.

È proprio questo però il maggiore punto debole, un incontrollato manierismo nel cercare la melodia accattivante in un contesto musicale (quello della Intelligent dance music), che richiederebbe invece istinto e calore tra trame glaciali e matematiche.

Un giro di basso alla Kim Gordon nella canzone B–movie e un ritorno all’elettronica piatta in People I know non sono sufficienti a giustificare la glorificazione dei Lali Puna, anche se il disco non è orrendo e scavando a fondo qualche sussulto arriva, vedi Alienation, un’ipnotica e dolce cavalcata, forse l’unico pezzo che gli Autreche si degnerebbero di remixare.

Rimane il mistero Radiohead ed è forse per questo che un’ultima, ultimissima possibilità la si potrebbe concedere andando ad una delle tappe della loro tournee italiana che inizierà il 26 aprile a Torino e finirà il 30 a Bologna.

Jo Laudato

Sul web: www.lalipuna.de

                www.morr.terra.pl